mercoledì 20 febbraio 2008

QUEENS OF THE STONE AGE Bologna,Estragon 18.02.2008

Immagino che ad ogni concerto all'Estragon esistano persone che, come me, vi assistano un po' per il concerto in sé, e un po' per verificare quali inefficienze organizzative si andranno ad abbattere sull'evento. Mi piace immaginarlo perché, se non fosse così, appena tutto finisce ognuno dovrebbe recarsi ogni santa volta alla cassa per chiedere un doverosissimo rimborso.

Stavolta le premesse potevano apparire buone (Queens Of The Stone Age - unica data italiana), ma le menti scaltre del locale bolognese di sicuro hanno cominciato a lavorare mesi fa per sottrarre 30 euro a tutti coloro che hanno riempito il luogo scelto per il concerto.

I biglietti sono ovviamente sold out, per un locale che può ospitare poche persone e le costringe in un camerone freddo e privo di aspiratori, nonostante sia stranamente in vigore il 'free smoking'. Ma non è certo questa la sede per capire come mai ai concerti in Italia regni sempre l'anarchia totale, al contrario del resto del mondo.

Che le cose sarebbero andate male ce lo fa capire subito una coda di almeno 600 persone, che non scorre in quanto l'ingresso è stipato e soprattutto è uno solo, e dunque l'opening act dei Biffy Clyro viene solo immaginato dai poveri avventori rimasti fuori al gelo. Molti perderanno anche i primi brani dei QOTSA, ma ancora non lo sanno. E pensare che non si è in 40mila, non si è all'ingresso di uno stadio, e non si è neanche degli idioti che decidono di pagare un biglietto intero per assistere solo una parte di concerto.

Si capisce subito, una volta entrati, che il palco è pronto, che oltre al tecnico audio c'è anche il tecnico luci che prova i cambi, e che, udite udite, ci sono anche delle gabbie da uccelli come scenografia. Ne hanno messe 5 o 6, alcune sono aperte come zucche spiaccicate, altre invece si presentano chiuse. Sono carine, e quasi quasi comincio a credere che andrà tutto bene. Ma alle 21:40 il concerto inizia, e l'acustica è orrenda: insomma, siamo alle solite.

Il gruppo parte con 3 pezzi nuovi, o almeno credo, visto che le canzoni si distinguono poco causa emissione di suoni confusi. Il gruppo, inoltre, suona come se avesse fretta di finire, ma forse sono solo io che penso male. In realtà, ne daranno dimostrazione i cambi di luce velocissimi, le inesistenti parole del frontman, il tasso alcoolico dello stesso che prova ad abbattere tastiere e batteria durante il secondo brano perché nemmeno si regge in piedi.

Ad ogni modo la musica è gradevole, c'è un bell'amalgama sul palco, e la gente sembra comunque accettare i vari handicap offerti dall'Estragon pur di applaudire i propri beniamini.

Diciamocela tutta, siamo italiani e aspettiamo un bel brano noto tipo, che so, 'No One Knows', invece Josh Homme si ricorda che domani il gruppo deve suonare in Germania e ha bisogno di finire presto lo show: ed è quello che succede dopo appena 1 ora e 20 minuti.

Il bassista lancia il suo strumento contro l'amplificatore mentre la folla acclama i propri idoli, e dopo 1 minuto parte la musica stile "Andatevene via, il concerto è finito", salgono i tecnici a riprendersi i piatti della batteria, a lanciare scalette, plettri e bacchette.

Io mi guardo intorno, la gente lancia sul palco acqua e bottigliette, alcuni fischiano, altri vanno via felici, altri pensano che si stia scherzando, qualcun'altro pensa che i Queens debbano ancora entrare e a suonare sul palco fossero ancora i Biffy Clyro, altri (come me) vanno a mangiarsi un kebab in centro e riescono a sbollire la rabbia solo giunti a casa.

Alla fine, da certe persone puoi solo aspettarti il peggio, scegliete voi se l'allusione è nei confronti di chi mette in piedi eventi di questo tipo o di chi si trova si trova a suonare davanti a una folla adorante e non concede né un bis né un'ora e trenta pulita di musica.

A volte mi sembra che l'indie stia pericolosamente sfiorando il ridicolo delle grandi produzioni pop, ma lo dico sottovoce. Anche se un po' continuano a girarmi ancora.







Brioski ringrazia Luca Devito di Indie-rock.it- effettivamente non sarei potuto essere più chiaro.

1 commento:

Paolo ha detto...

hai ragione su tutto, però gli indizi che lasciavano presagire il pacco c'erano tutti eh.
intanto i 30 euro di biglietto, poi la band sembra bollita da 5 anni buoni, poi l'atteggiamento da rockstar anche questo era prevedibile, oramai sono convertiti definitivamente ad un alternative rock piuttosto ordinario...
insomma te lo potevi aspettare dai :)