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venerdì 11 gennaio 2008

LIBRI: "Cultura Libera" di L. Lessig


Ho letto solo in questi giorni questo interessantissimo libro, uscito in Italia nel 2005, ad opera di L. Lessig, professore di Diritto Costituzionale all'Università di Chicago e "paladino" della (sacrosanta secondo me) battaglia contro l'estensione perpetua del diritto d'autore, sempre e comunque, strada a quanto pare, sulla quale si stanno orientando gli Stati Uniti in materia.

Lessig analizza il mondo della cultura e con essa le nuove tecnologie, con l'obbiettivo di trovare un punto di equilibrio tra i (altrettanto sacrosanti) diritti degli autori delle opere, e una libera circolazione e sviluppo delle idee, che i nuovi strumenti a nostra disposizione ci offrono in possibilità maggiori rispetto al passato.

I ragionamenti del libro e le soluzioni proposte dal professore mi paiono molto logiche e basate sul buon senso, ma la lotta portata avanti in prima persona da Lessig (anche nei tribunali), per la loro affermazione sembra molto dura, soprattutto a causa della potente azione della lobby delle grandi case, che dominano il mondo della cultura in tutti i suoi settori. Le quali più che difendere i diritti di autore (che Lessig ovviamente si guarda bene dal minacciare e mettere in discussione), sembra vogliano mantenere più che altro sotto stretto controllo il mondo della creatività e limitare il più possibile ogni tipo di concorrenza.

lunedì 10 dicembre 2007

LIBRI: La fine è il mio inizio - T. Terzani

Lo ammetto. La prima volta che ho aperto "La fine è il mio Inizio" di Tiziano Terzani, non ho potuto non toccarmi i maroni.
Eran le due di notte, non riuscivo a prendere sonno e di Asimov ne avevo piene le palle.
Preso dal nervosismo e dall'insonnia esclusii subito l'eventualità di rimanere fino all'alba a fissare il soffitto. Rimanevano due possibilità: o passare un'altra nottata nel regno dei funghi con super mario oppure leggermi un libro sulla fine della vita.
Non è che ero molto entusiasta di nessuna delle due opzioni, ma chiesto consiglio a Quelo e con la speranza di addormentarmi il prima possibile ho iniziato la lettura de "La fine è il mio inizio".

Tiziano: ho sempre sentito che avevo delle responsabilità. Quel senso del dovere, poi, che avevo sempre addosso, quel senso che, insomma, era giusto fare certe cose o non farle. Trovavo bello quello che ha detto Martin (Woollacott, del "Guardian" n.d.R.) l'altro giorno, che io avevo un senso della moralità. Ma non ero io... era che non c'era niente di più importante nella mia vita, non c'era niente di più grande, sai... sono uno che non ha mai fatto compromessi. Non ne ho avuto forse un grande bisogno, ma avevo una ripulsione per i compromessi e se questa la vuoi chiamare moralità, sì. Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione religiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili. La più facile, te ne volevo parlare da tempo, è il potere. Facendo questo mestiere la frequentazione del potere è necessaria, indispensabile. Di ogni tipo di potere: il potere assassino, il potere giusto, il potere... il Potere. Perché è quello che determina le sorti del mondo e tu che sei lì a descriverle devi andare dal potere a chiedergli come stanno le cose. Ecco, di nuovo senza che io me lo sia detto una mattina facendo un voto, senza che io ci sia arrivato attraverso constatazioni altrui, io ho sempre provato una ripulsione per il potere. Forse, nel fondo sono un anarchico, ma a me vedere un presidente, un ministro, un generale, tutti con la loro aria tronfia, tutti con la loro pillola da rivenderti, mi ha sempre fatto ribrezzo. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all'idea di essere vicini al Potere, di dare del "tu" al Potere, di andarci a letto col Potere, di andarci a cena col Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non lo ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità.

E' chiaro che prima di scegliere tra Super Mario e il TerzaniMondo, non avrei mai potuto sapere, che finito il primo capitolo del libro non sarei più riuscito a dormire.
E' ovvio che non avrei mai potuto immaginare che quel vecchio, accarezzato nella copertina da quel bruttissimo elefante, per assurdo mi avrebbe tenuto sveglio sino al mattino, con il libro in mano e il cuore all'orsigna, a new york, in vietnam, e in cambogia, in cina, in giappone, in india, sull'hymalaya...
Se fossi riuscito a capirlo prima avrei sicuramente scelto Supermario che dopo la terza tartaruga volante ti fa andare nel mondo dei sogni come neanche la camomilla sa fare.

Tiziano: Perché il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai piaciuto. Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo controllavo che cosa non andava, facevo le domande. Sono stato uno dei giornalisti che alle conferenze stampa del mondo era proverbiale per fare sempre le domande più provocatorie, quelle che non vedi più fare oggi. Quelle che non vedi rivolgere alla Condoleezza Rice che l'altra sera diceva "Le Nazioni Unite ora ci stanno bene a mano". Bastava che uno si riprendesse i giornali di due anni fa "Un momento! Lei il 14 maggio, alle cinque e quaranta alla CBS ha detto «Le Nazioni Unite sono irrilevanti, sono piene di assassini e sono piene di dittatori». E ora le Nazioni Unite sono il toccasana? Ma ci piglia per il culo?!" Questo è il giornalismo.

Ma alla fine della 466esima pagina...

Tiziano: I giornalisti più orribili sono quelli che stanno nel Pentagono, nel ministero degli Esteri, sempre lì, pronti a pigliare il caffè. Si annuncia "Conferenza stampa!" e loro accorrono. Arriva Bush o Rumsfeld che dicono "Allora John, tu che vuoi sapere?" Ma che John?!


... ti senti strano. Non riesci a capire cosa ti succede, ti senti libero come un'acquilia e potente come il fuoco.
Ti guardi dietro di te. Vedi l'uovo e la scintilla. Scruti davanti a te e non sai se guardando nello specchio riuscirai e vedere una fenice.


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daan

venerdì 16 novembre 2007

LIBRI : "BESTIE SENZA UNA PATRIA" DI U.IWEALA


La lenta trasformazione di Agu, piccolo ragazzino africano travolto dall'inferno di una delle tante guerre che sconvolgono il continente africano, che non risparmia proprio nulla: le amicizie, le passioni, la vita e che lo spinge ad essere sempre più simile a una bestia. Un pugno nello stomaco, un libro assolutamente da leggere. Bellissimo.

Mirko.