martedì 8 gennaio 2008

Black Rebel Motorcycle Club 29/11 Milano, Rolling Stone

Mi sono sempre chiesto quali siano i requisiti che fanno di un giornalista un buon giornalista,imparzialità a parte. Soprattutto in occasioni come i concerti, i quali oltre ovviamente a dare un'indicazione "tecnica" da parte del gruppo a chi li ascolta,sono anche e soprattutto un concentrato di emozioni dove è difficile rimanere imparziali.Quindi "onore al merito" di Cristiano Gruppi il quale recensisce il concerto dei BRMC come, ottimo dal punto di vista esecutivo,ma piuttosto blando per quanto riguarda temi di "spessore" come quanti-singoli-hanno,quanto-hanno-interagito-con-il-pubblicoe la-disposizione-delle-canzoni.
Io affermo con orgoglio che, sì, c'ero.E affermo con altrettanto orgoglio che è stato uno dei concerti più emozionanti a cui abbia mai partecipato.Sarà perchè i tre sono delle persone fondamentalmente oscure e ben ricalcano al figura di belli e dannati proprio come me l'ero immaginati (in verità sono persone che rasentano l'impacciato), o sarà perchè i loro pezzi, i loro riff si incastrano nel cervello tra una sinapsie un'altra con una facilità disarmante.O sarà perchè sono degli ottimi strumentisti che a loro modo coinvolgono il pubblico. Senza i vari "waz up??". "put you hands up in the air!!!", "make some noize italy!!!".Ma con la forza della loro esibizione.
Si è così passati da momenti di rock'n'roll allo stato puro ("Stop","whatever happened to my rock'n'roll","berlin","Rise & fall"...) a momenti acustici("ain't no easy way","Fault Line"...)in cui il Robert Been di turno dava il cambio a Peter Heyes in ballate dal retrogusto old, ritratti di un america country che ha smesso di esistere quando i maledetti yankee hannoricacciato i sudisti dabbasso.Unica pecca: "Weight of the world" assente dal repertorio acustico. Peccato.
Per il resto, due ore e mezza abbondanti (!!!) da togliere il fiato.Non dico altro.

Brioski


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